Piccolo Museo

Perledo non ha ancora un museo… Esino ne ha un paio, e Varenna? Forse ne ha due.

Poi c’è Bellano con l’Orrido che vale per quattro…

A Mandello certo c’è la Moto Guzzi… con i suoi 100 anni!

Lecco ovviamente è ricca di musei, ma quella è una città e il confronto non vale!

Ah sì, il Forte di Fuentes a Colico -unico! Sì sì la Valsassina è diversa lì ci sono dei musei etnografici… Ma Perledo non è la Valsassina!

L’intero territorio di Perledo (12 kmq) vanta delle “Attrazioni turistiche” che farebbero invidia a qualsiasi percorso museale, e allora, ecco il Piccolo Museo: questo sito Internet è il punto zero!

WikiPerledo è il primo progetto del museo, una micro city wiki, la più piccola al mondo, pensata su misura per la micro-realtà interconnessa con la storia e con il mondo che è Perledo!

Ogni territorio ha una storia da raccontare… ma non sempre questa storia può essere raccolta all’interno di quattro mura. Fare sistema e unire le forze è la soluzione migliore.

Non più una singola sede museale, ma un insieme di luoghi che incuriosiscano i turisti.

Un’area che invogli alla scoperta di piccole realtà che hanno tanto da offrire. Una zona che faccia sentire la sua comunità parte integrante del progetto, impegnandola nella valorizzazione delle proprie tradizioni e radici.

Insomma: un museo diffuso!

Cos’è un museo diffuso?

“Il museo diffuso, a differenza di quello tradizionale, crea i suoi percorsi di visita all’interno di un’area geografica. Luoghi, avvenimenti, antichi mestieri e personaggi storici vengono uniti attraverso itinerari tematici. La narrazione è affidata a un sistema di segnaletica che, in modo lineare e completo, racconta le caratteristiche distintive del territorio.”

La particolarità di questo museo è che non è tutto qui.

Anche la popolazione ha il suo ruolo da protagonista nel valorizzare i posti in cui è nata e cresciuta.

Tramite incontri, attività didattiche e azioni di conservazione, gli abitanti diventano proprietari responsabili del museo diffuso. 

Un giorno avremo il nostro Piccolo Museo.

La stanza principale sarà dedicata al Perleidus altolepis. Esatto, un pesce estinto il cui fossile è stato ritrovato a Perledo e che ha dato il nome ad un intero Genere: i Perleidi. Il Lariosaurus, forse più popolare, potrebbe avere una sua teca…

Sì certo, i fossili.

Nella pagina dedicata ci sono due animazioni 3D: il Perleidus e il Lariosaurus.

Abbiamo reperti fossili Perleidus in Africa e in Cina, ma ci pensate??? Il nome di Perledo è nel mondo grazie ad un pesce estinto!

Ma che dire degli uomini?

Le grande Peste, la Chiesa di san Martino, le visite di san Carlo Borromeo… Tutto andrebbe ben bene “musealizzato” , e la forma migliore, forse, è proprio quella di non fare un museo chiuso da quattro muri e da un tetto!

Partiremmo con la spedizione dei Mille, quei Garibaldini che si unirono agli eserciti di Garibaldi. Qualche giovane era di Regolo e di Perledo!

E che dire di un museo etnografico che possa documentare le emigrazioni in Argentina di fine ‘800? Perledesi doc, che sono stati nonni del presidente argentino Cavaliere di gr. cr. Juan Carlos Onganìa?

E la funicolare di Regoledo? La costruzione e l’esercizio vennero autorizzati in via d’esperimento con decreto ministe­riale 26777/1862… Il progetto è datato 1 marzo 1890 redatto da Alfredo Colli, un ingegnere che proprio in quel tempo stava progettando una funicolare mai costruita tra Lecco e il monte Barro.

E il Grand Hotel Regoledo? Nella pace dei bagni di Regoledo approdarono patrioti e illustri personaggi tra i quali vengono ricordati Ippolito Nievo, Massimo D’Azeglio, Amilcare Ponchielli, Rosso di San Secondo, Toscanini, Salvatore Gotta. Nomi che fanno di Perledo un Parco Letterario del Novecento italiano!

E il Collegio san Carlo di Bologna, qual è la storia?

E la cava del marmo nero di Varenna (che pochi sanno essere il marmo nero di Perledo)?

E vogliamo parlare di Paolo Buzzi (poeta, letterato e storico lombardo, già amico di Marinetti) che nel 1939 acquista a Bologna “Villa Carlinga”… Residenza da cui scrisse e spedì una cartolina nel 1942… E rifugio durante la guerra… Buzzi, già, che ebbe tra i suoi ospiti a Bologna personalità del mondo della cultura del rango di Franca Valeri.

E il Convento delle suore di Bologna? La congregazione delle Suore di san Cottolengo che hanno gestito l’Asilo di Perledo??? Il rifugio Albiga?

Le due guerre mondiali hanno devastato decine di famiglie di Perledo. Occorre creare una Casa della Memoria! Non basta dire W Alpini, occorre studiare per onorare quel sacrificio. Un primo progetto vede impegnato il piccolo museo nel far affiorare i dettagli biografici dei Caduti, come la scheda enciclopedica di Aldo Gorio.

Gli anni Settanta e Ottanta hanno anche visto politici di primo piano giungere a Perledo… Pensiamo a Bettino Craxi, per esempio.

E se la Repubblica Italiana è fondata sul Lavoro (art.1 della Costituzione), perché non valorizzare ancora di più quel capolavoro di Mulino ad acqua costruito sul torrente Esino per servire i lavoratori e l’intera Comunità già dalla metà del 1600 e inserirlo in un itinerario museale, o la cava di Francesco Maglia?

Vogliamo forse non menzionare il Castello di Vezio con 65,000 visitatori registrati nel 2019? E’ troppo bello, anche per la regina Teodolinda.

Già le stesse terre che ci danno il pregiatissimo Olio d’Oliva e il vino San Martino delle viti di “Notra”… Quanti sapori nel nostro Piccolo Museo… Non è ancora nato, ma è già una realtà ben presente attorno a tutti noi!

(A cura di Renato Ongania)

L’architetto cinese Wang Shu diceva che «smarrire il proprio passato significa perdere il proprio futuro»: forse dovremmo rifletterci tutte le volte che sacrifichiamo la memoria storica per una modernità che, senza quel passato, non ha decisamente lo stesso valore.

Per avere maggiori informazioni manda una mail a:

info@perleidus.org